La prima sta nel termine profugo, ovvero ne avremo uno su mille, tra coloro che sbarcano sulle nostre coste.
Inoltre non sono naufraghi, ma individui che vengono comprati, dalle cosche mafiose e rivenduti, sotto ricatto, alla criminalità organizzata, ai negrieri, sia per le attività delinquenziali, sia per le prostituzione, per tutti i gusti, sia per il lavoro nero.
Poi abbiamo dei misteri e le spiegazioni giornalistiche paiono più stupide che mai.
Ci sono 600mila clandestini in Italia, ovvero individui senza permesso di soggiorno.
Cosa facciano si sa, ma quando muoiono dove finiscono non si sa.
Poi anche i regolari, contati e numerati appena sbarcati, in parte scompaiono, primi fra tutti ci sono i minorenni.
Inoltre abbiamo altri misteri sicuri, come l'utilizzo dei documenti più volte, certo per i cinesi, che non muoiono mai, secondo i dati dell'anagrafe.
Quindi abbiamo fosse comuni in periferia, probabilmente, dentro luoghi degradati, ovvero cimiteri clandestini.
Mentre i pennivendoli, poverini, sostengono che i migranti sono forti e giovani e non muoiono mai.
Che si può dire?
Che essere giovani non basta, ma costoro, per mancanza di igiene e per condizioni di vita, hanno tante malattie diffuse un tempo tra noi, come la tubercolosi, ma anche l'HIV loro la conoscono, ma spesso non si curano.
Quindi abbiamo importato il Terzo Mondo e nulla più, per la gioia dei mafiosi, dei negrieri e dei drogati, per avere qualcuno che venda a loro le sostanze.
Tra i felici abbiamo il popolo dei corrotti, che ingrassano sull'accoglienza e i riciclatori di denaro sporco.
Quindi non sono profughi, ma migranti economi, che vengono usati e sfruttati.
Non sono profughi, ma gente da utilizzare, senza diritti umani e lavorativi.
Tutto questo continuerà sino a quando converrà economicamente, poi vedremo l'orrore nelle nostre periferie, anzi le condizioni igieniche e la mancanza di cure pubbliche, che scarseggiano sempre più anche per gli Italiani, stanno già dando una mano, sicuramente, alla pulizia etnica, programmata dai razzisti detti buonisti.