Ogni tanto i giornalisti e i progressisti si lamentano per le carceri troppo piene, poi abbiamo i suicidi che vengono visti come vittime del sovraffollamento.
Così i pennivendoli e quel partito che si definisce democratico protesta, ma come al solito mentono.
Infatti i suicidi sono quasi sempre per la mancanza di droga da parte dei drogati, ma loro scordano questo fatto evidente.
Il problema esiste, ovvero bisogna trattare i tossicodipendenti, senza dar loro altra schifezza, in modo che non si droghino, quindi bisogna sedarli, magari separandoli dagli altri carcerati.
Invece il vero problema delle nostre carceri sta nel fatto che i prigionieri non sono obbligati a lavorare e quindi costano parecchio alla comunità, ma la costituzione proibisce i lavori forzati.
Basterebbe mettere di fronte al dilemma costoro, "o lavorate o crepate di fame."
In tanti in Italia lavorano, per non morire di fame, ma i delinquenti preferiscono fare i parassiti.
È una loro libera scelta e io li rispetto, quindi in prigione muoiano di fame.
Invece costoro potrebbero svolgere molti lavori e uscire gradatamente dal carcere, dimostrandosi affidabili appunto con il lavoro.
Poi molti carcerati per reati minori, che sommano le tante pene minori in anni, dovendo poi scontare anni ed anni di prigione, possono pagare il loro debito in lavori socialmente utili, se dimostrano di non commettere altri crimini.
Le carceri sovraffollate si svuoterebbero se si mutasse atteggiamento, magari dando occasione di ravvedimento anche per i politici corrotti e i giornalisti specializzati in diffamazione, con pene adeguate, socialmente utili per esempio.
Pretendo troppo e sto sognando?