10 ago 2023

La demografia degli imbecilli.

Il crollo delle nascite in Italia e non solo, è una faccenda grave.
Forse si inizia, dopo decenni di guerra alla famiglia naturale, per logiche ideologiche vetuste e ridicole, a contrastarne la distruzione, riproponendo situazioni che favoriscono il ritorno alla natalità, anche se serviranno anni per giungere a due figli per coppia, anzi a qualcosina in più, sempre secondo le logiche statistiche, per non farci estinguere in poche generazioni.
Cosa ha provocato tutto questo?
Oltre alle ideologie nemiche della famiglia abbiamo avuto situazioni particolari, dove un tempo i figli non erano un costo, ma una ricchezza.
Mi spiego meglio, nell'Ottocento i figli non andavano a scuola, tranne per i pochi benestanti di allora e a 6 anni lavoravano già, nei campi e nelle filande, per esempio.
Era disumano, ma chi più aveva figli meglio stava, perché si assicurava un futuro per la vecchiaia, che iniziava presto e terminava presto, pochi superavano i sessant'anni.
Poi la mortalità infantile dimezzava il numero dei figli, perché le malattie e le condizioni igieniche erano terribili.
Poca alla volta diminuì la mortalità infantile e la scuola impose ai genitori di far studiare i bambini, prima sino alle elementari, poi sino alle medie, oggi se non si laureano sono dei sottoccupati, mal pagati e magari è meglio che facciano altri corsi post laurea per trovare lavori decenti, discretamente pagati.
Sì, se un tempo un figlio era una benedizione, oggi è un debito, ma la nostra società necessita non di manovali, ma di tecnici, ingegneri, magari informatici, gente capace di specializzarsi anche durante la vita lavorativa.
Per questo motivo che un figlio di oggi costa come dieci e più di un tempo, per questo motivo che la gente ne ha uno o due al massimo e il terzo è un eccesso, visto come una rarità, da famiglia numerosa.
Allora ecco a voi il ricambio, gli immigrati, ma purtroppo, tranne quelli che per origine culturale se lo possono permettere, sono spesso costretti a svolgere lavori ripetitivi e di nessuna professionalità.
Sì, stiamo riempiendo le strade e le periferie di manovali mal pagati, infatti nel lavoro nero si danno anche meno di 3 euro per un ora di lavoro, per mestieri di basso livello, mentre negli anni Settanta a mancare erano proprio i manovali e i braccianti.
Il mondo del lavoro è già mutato e ormai chi non studia non ha futuro, ma per studiare non serve imparare a memoria le lezioni, bisogna formare le menti alla razionalità, alla logica matematica e scientifica.
Quindi i figli unici, nati dalle famiglie italiane in genere, tranne per i lavativi irriducibili, studiano e avranno un futuro, mentre i figli degli immigrati, ormai inseriti malamente nella nostra società, sono spesso tra gli emarginati. 
Hanno più diritti e quindi sono meno interessanti dal punto di vista lavorativo, dei loro padri, perché sono meno sfruttabili.
Così questi giovani disadattati diventano violenti, si considerano a torto delle vittime, degli esclusi e i dementi, che parlano di razzismo, né favoriscono il furore e gli atti aggressivi.
Le baby gang aumentano, sono sempre più arroganti e demenziali, dubito che costoro ci pagheranno le pensioni in futuro.
Oggi non abbiamo bisogno di futuri delinquenti, di manovali sottopagati, ma di giovani che possano agire e interagire con il mondo che verrà, tecnico, scientifico, con pochi lavoratori, ma capaci.
Favorire la natalità degli italiani non è razzismo, ma è sensatezza e intelligenza, le idiozie dei cretini lasciamole ai poveretti che ne sparano tante.