Da troppi anni li vedo, viscidi come serpenti striscianti ai piedi dei potenti del momento, qualcuno con carriere misere, misere, altri con successi risibili, ma tutti sempre a disposizione del potere che conta.
Da sempre i lacché sono la forza dei tiranni, dei padroncini, dei Don Rodrigo di turno, dentro i loro palazzi chiusi, con tanta ferocia contro i più deboli.
Eppure il mondo va avanti grazie a chi usa la propria testa e non si riempie la bocca di parole ridondanti, patetiche e banali, con tutti i luoghi comuni di moda nel momento.
Ormai mi sono rassegnato e non li affronto neppure, li derido e basta, costoro poi se ottieni qualcosa di valido, di buono e positivo, senza leccare sedersi, come fanno loro, restano stupefatti, esprimono il loro odio contro di te come bambini viziati a cui hanno rubato le caramelle.
Ti guardano con disprezzo e pare che si chiedano come hai fatto, tu che eri per loro destinato a finire come barbone, perché chi è onesto, è se stesso, secondo loro, finisce sempre male.
Sono loro la forza che permette a tutti i poteri di resistere, contro il tempo inesorabile, a mantenere i corrotti e i farabutti, i mafiosi, nei posti di comando.
Loro non hanno idee e ideali, ma solo posizioni che si adattano al vento.
Se li osservi nel tempo, da padre in figlio, furono tutto e il contrario di tutto, furono monarchici, repubblicani, fascisti e antifascisti, comunisti e anticomunista, democristiani e populisti.
Sono quelli che ripetono le argomentazioni ufficiali e vivono di luoghi comuni, il cui magro pensiero, debole come loro, ripete sempre con espressione da saputelli, tutte le banalità sentite in televisione.
Poverini, il mondo cambia e si troveranno assediati in casa dagli africani, qualcuno lo è già, le figlie si devono coprire come monache per uscire la sera, le molestie e qualche stupro, da parte dei graditi ospiti, le terrorizza, ma loro restano democratici, perché hanno l'amico sindacalista della CGIL che gli aiuta e li farà avere un aumento di 30 Euro a fine mese.
Sì, si vendono, svendono il loro sedere e quello di tutta la famiglia per trenta denari.