Nell'era delle telecomunicazioni di massa quanto contano, valgono, significano le piazze con tanti manifestanti?
Un tempo, quando non esistevano radio e televisioni, o alla peggio erano monopolio di Stato, scendere in piazza per protestare aveva senso, ma oggi serve solo per far arrabbiare gli automobilisti, bloccati in centro, in coda, o far cambiare strada ai passanti, che magari vanno a fare shopping.
Infatti, se non ci fosse internet, che chiama a raccolta il popolo degli sfigati, quelli che al sabato non hanno nulla da fare, non sanno dove andare, queste folle non esisterebbero.
Se non fosse per i Mass-media, che ne parlano, di tutte le manifestazioni in piazza nessuno, tranne i manifestanti, non se ne saprebbe nulla.
Nell'Ottocento aveva senso la folla che protestava, ma oggi è utile solo per riunire il popolo senza futuro, che avendo tanto tempo da perdere, si sente rivoluzionario sventolando qualche bandierina.
Ormai le rivoluzioni di piazza fanno solo ridere, ma la militanza è sempre utile e loro si sentono importanti, poverini, se vivono in un gruppo, in un branco.
Ora scendono in piazza i nuovi arrivati, con o senza cittadinanza italiana, spronati dai soliti parolai, poveretti dalla lingua lunga, che lanciano i loro sermoni banali per aizzare queste folle scomposte, con le donne con il burqa, i volti multi colorati di chi è appena sbarcato dalla nave di qualche ONG e a casa sua non osava neppure sollevare la testa in strada.
Ora, questa è l'ultima novità, anche i ladruncoli colorati, gli spacciatori, in carcere, hanno la loro folla che li protegge.
I falliti che sanno solo starnazzare nelle piazze, per farsi notare ed entrare nella carriera politica, da noi molto ben remunerata e gli annoiati di ogni razza, religione, origine tornano a riempire i nostri centri cittadini con un po' di folclore.