Il pianeta rosso è stato un sogno per decenni, da quando un astronomo italiano, Giovanni Virginio Schiaparelli, credette di scoprire dei canali, alla fine del XIX secolo: quella presunta scoperta, poi dimostrata fasulla, un'illusione, che poteva significare l'esistenza di una civiltà sviluppata e progredita su Marte.
I canali erano, nell'immaginario collettivo dell'epoca, segno che si irrigava il pianeta rosso e i marziani erano intelligenti e progrediti.
Non conoscendo poi l'Universo, con tutte le galassie, si pensava che i marziani sarebbero giunti da noi sui dischi volanti.
Gli extraterrestri erano appunto i marziani, gli omini verdi, con le antenne, che assomigliavano tanto ai nostri grilli, tanto terrestri.
Finalmente la fantascienza divorziò dalla scienza e su Marte si capì che c'era solo un grande deserto, ma con un po' di acqua, di anidride carbonic, da trasformare in ossigeno, da colonizzare.