Il
26 novembre p.v., ricorre il II° triste anniversario del rapimento
e morte della piccola Yara Gambirasio. Anche se si dice che il tempo
è medico e sa guarire le ferite dell'anima, io credo che questa sia
una ferita difficile da rimarginare. Anzi, credo che più il tempo
passa, più sembra ravvivare il dolore per una cosi' tragica e,
oserei dire, assurda morte, soprattutto se pensiamo alla mano che l'
ha provocata.
E'
opportuno, a questo punto domandarsi: come e perché, l' individuo
che ha voluto porre termine in un modo così atroce a questa giovane
vita, ha infierito in modo davvero brutale sul suo corpo? Stanno
proseguendo le indagini alla ricerca dell'autore che ha perpetrato
tale efferatezza: arriveranno gli inquirenti a trovare, finalmente
chi ha tolto in modo così prematuro questa vita che stava
sbocciando? Perché ha voluto recidere la radice di questo fiore che
stava assaporando la gioia della vita nel suo ambito naturale della
famiglia, della scuola e dello sport? A quando una risposta chiara e,
finalmente sicura?
Margherita Longhi