Loro agiscono con la stessa mentalità dei terroristi, distruggere e uccidere senza pietà, i più deboli: infatti le vittime della droga spesso sono persone fragili, che non sanno affrontare la vita, giovani e giovanissimi, nella fase difficile dell’adolescenza e preadolescenza.
Gli assassini islamisti colpiscono pure i neonati, fregandosene della pietà, anzi si vantano di non provare compassione delle loro vittime, qualcosa che forse le belve famelica provano.
La cultura che li unisce è identica e spesso da spacciatori diventano pure terroristi, martiri per un loro paradiso pieni di taglia gole e belve a due zampe.