Non è una questione di cibo sufficiente per tutti, se ne potrebbe produrre, con nuove tecniche, molto di più, ma l’ambiente di questo povero pianeta è stressato, il suo equilibrio è delicato e oggi è a rischio.
Il nostro futuro potrebbe non esistere, come specie umana, per noi potrebbe esserci la fine del mondo se non cambiamo atteggiamento: serve lo sviluppo sostenibile e il numero non dà potenza, ma solo fame e miseria.
Così rischiamo di trasformare il pianeta in un disastro, senza foreste e biodiversità, con cambiamenti climatici terribili, con sostanze tossiche in ogni luogo, con conflitti sempre più feroci e distruttivi, di massa.
Più gente arriva e peggio sarà per tutti, per lo squilibrio che si forma, per la fame e la miseria, per l’inquinamento, per i conflitti sociali, religiosi, nazionalistici che ci saranno.
La politica dello sviluppo deve contenere le nascite, dare sviluppo, sanità e soprattutto istruzione ai più poveri: chi viene al mondo deve avere la possibilità, dalla nascita, di avere un futuro e non finire dentro le discariche delle periferie delle megalopoli del Sud del Mondo.