31 lug 2019

Pd e la censura, sono democratici? - ARDUINO ROSSI

La libertà di parola non dovrebbe macchiarsi di insulti e neppure di minacce, ma la critica è legittima, specialmente se motivata con argomentazioni oggettive.

Invece il partito che si definisce Democratico usa l’ultima sua arma, in modo improrprio ed illegale, ovvero la querela facile per terrorizzare chi osa ribellarsi a loro sulla rete.

Costoro commettono un reato, violando la legge sulla privacy, raccogliendo dati su persone, per posizione politica differente dalla loro, ma se ne fregano e le minacce potrebbero ricadere su di loro, anche perché decine di migliaia di processi costano decine di milioni di euro, se non di più, le sentenze definitive giungeranno tra vent'anni e difficilmente  copriranno le spese sostenute, invece l’odio contro i censori sarà tanto e ci saranno certamente nuove leggi che limiteranno le querele per banalità simili, giustamente, perché intasano i tribunali inutilmente.

Infine bisogna ricordare che l’attività di violare la privacy delle persone, come vuol fare il Pd, è ben più grave e pericolosa, oltretutto il risarcimento richiesto, al partito disperato della sinistra in rovina, sarà molto, molto più saporito.

Peggio per loro.