La fortuna è la sfortuna dell'Italia sta nella sua posizione geografica, posta tra Africa e Europa, al centro del Mediterraneo, dove passano i traffici commerciali, da migliaia di anni, tra Oriente e Occidente.
Poi il canale di Suez ci pose al centro dei commerci tra Oriente ed Occidente, dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1869.
Che cosa ha a che vedere tutto questo con la corruzione italiana?
È semplice, chi controlla l'Italia controlla un punto strategico nella scacchiera geopolitica mondiale.
Un Paese lo si può avere militarmente, oppure controllando i governi in carica, anche rendendolo debole con l'immigrazione, per esempio, che distrugga la sua identità nazionale.
Pagare dei faccendieri, dei politici e dei giornalisti quindi è il sistema migliore per avere vantaggi politici, a favore di interessi stranieri, trasformandoci in una Repubblica delle banane, sempre obbediente.
Così la questione del Qatar e dei sacchi di soldi appare marginale, quasi, perché di soldi ne arrivano e ne arriveranno tanti.
Ecco perché le ONG, trovate con le mani nel sacco, pretendono di far cambiare decreti, o si arrabbiano, in pratica vogliono apertamente comandare loro, contro il popolo italiano che governa attraverso i suoi rappresentanti.
Quindi se si volesse sconfiggere gli avversari politici basterebbero serie indagini, che controllino i proventi illeciti di costoro.
Ne vedremmo delle belle e tutto questo lo potremmo fare semplicemente utilizzando dati e analisi informatiche, che noi cittadini subiamo spesso, per le spese fatte al supermercato, con i soldi prelevati al bancomat ed altro.
Per riprendersi l'Italia basterebbe controllare molto bene la classe politica e le sue spese nel lusso, con figli, mogli e nipoti al seguito.
Se si facesse questo si darebbe un grosso colpo al marcio nazionale e ritroveremo la nostra indipendenza.