Perché avviene questo fatto, comune alle peggiori realtà mondiali?
Il motivo è semplice, sempre più giovani crescono in realtà senza futuro per loro, il primo motivo è culturale.
Loro sono ibridi, culturalmente, sono figli dell'immigrazione, ma sono diversi dai loro padri.
Non si sentono né carne e né pesce, così si ribellano, ma senza una linea, una posizione politica, tranne per gli islamisti che sognano un mondo tutto scuro, senza arte, senza scienza e senza donne, coperte come spaventapasseri.
Così una parte di costoro si dedica al crimine, nelle file degli sbandati e senza futuro, come manovalanza della malavita.
Altri invece occupano case, quartieri e impongono la sharia, con le cattive, come capita già in diversi quartieri in Francia e sta capitando pure da noi, nelle periferie di Milano.
L'integrazione è fallita, anzi, non è mai esistita perché loro non volevano integrarsi, ma desideravano avere i nostri soldi, il nostro stato sociale, pensioni e assistenza sanitaria, che anche per la loro massiccia presenza stanno saltando.
Dietro tutto questo disastro sociale c'è la volontà di chi voleva appunto distruggere il sistema di protezione sociale in Italia, in pratica ci è riuscito.
Poi abbiamo i fessi che credono che gli immigrati pagano la loro pensione, ma essendo deboli in matematica non capiscono che bassi salari o lavori in nero tolgono risorse e non ne danno all'INPS.
Ogni tanto qualche comico, ex dirigente pubblico di alto borgo, a servizio della sinistra e super pagato, ci racconta la fiaba della convenienza della presenza degli immigrati per le casse dello Stato, ma i dati sono di parte e costui è uno dei principali colpevoli delle truffe del Reddito di cittadinanza.
Non mise controlli seri e miliardi di Euro finirono all'estero per pagare il Reddito a gente che non era mai stata in vita loro in Italia.
Questa folla di disperati, mal pagata, ma anche predisposta al crimine, senza più remore culturali delle loro origini, oggi sono la base etnica delle bande criminali giovanili e siamo solo all'inizio.
Temo che se le cose non cambiano, ma non muteranno, la soluzione sarà solo nei campi con il filo spinato, dove rinchiudere costoro, o togliere a loro la cittadinanza e rispedirli alla patria originaria, dove subiranno una triste fine.
L'integrazione è culturale e non può bastare un povero professore, mandato in prima linea da solo, a cambiare le teste a costoro.