Al-Qaida uccide gli sciiti, gente della sua religione, forse non sono tutti sunniti, ma certamente li considera traditori dell'Islam: i rinnegati sono da sempre puniti con la morte.
A questo punto è giusto fare un'osservazione: i terroristi non solo non rappresentano tutti i mussulmani, ma sono, in un certo senso, una setta, un gruppo che si definisce puro.
Questi "duri e puri" spingono a uno scontro totale con l'Occidente gente che non vuole assolutamente entrare in guerra.
In Iraq e in Afghanistan i più ligi alla tradizione islamica uccidono i loro confratelli, senza pietà.
Inoltre gruppi integralisti differenti si considerano reciprocamente come nemici.
Più che un mondo dominato dalla religione di Maometto è prevedibile un lungo periodo di odi e attentati, con tanti morti, molti di fede mussulmana.
Senza voler entrare nelle questioni religiose e sociali la spiegazione di ciò che sta capitando è legato alla trasformazione del mondo attuale: un tempo i popoli erano separati e le idee, le culture si incontravano lentamente, in un osmosi che durava secoli.
Oggi basta pochissimo per contattare e comunicare da una parte e l'altra del mondo: le barriere geografiche, ma anche linguistiche si stanno riducendo.
Le divergenze e le tensioni sono inevitabili.
Il vero scontro di civiltà avverrà non con le bombe e il terrore, ma ci saranno incontri e scontri di opinioni, di pareri.
Il dialogo porterà pace?