20 set 2012

DALLO STUDIO ALLA STALLA

DALLO STUDIO ALLA STALLA
Ha lasciato la sua ITALIA Giulio ANDREOTTI il Personaggio Pubblico più chiacchierato della Seconda REPUBBLICA, e con lui l’ennesimo rimpianto del bel tempo passato, quando quelle chiacchiere non venivano utilizzate per demolire la Civile Convivenza colpendo le Istituzioni, ma aspetti comportamentali individuali che le Istituzioni non riuscivano a perseguire.
Si dice che Giulio ANDREOTTI si è sempre difeso dalle accuse “ NEL PROCESSO “ e non “ DAL PROCESSO “ pur essendo quelle accuse ben più gravi di quelle che oggi sembrano promosse dagli stessi personaggi che ne vengono colpiti proprio per sfruttarle come strumento di denigrazione e delegittimazione del PROCESSO, al fine di vanificarne l’utilizzo in difesa del PAESE per i reati configurabili, quelli di oggi, come “ CRIMINI di PACE “.
Fra le accuse a Giulio ANDREOTTI che vengono utilizzate per fare audience attorno alle trasmissioni dedicate al suo ricordo, il livello dei tempi sceglie il “ caso PECORELLI “; e naturalmente dimentica il “ caso AMBROSOLI “.
È esattamente lo stesso gap che riduce la POLITICA attuale alla miserabile visione odierna che concepisce il rilancio del nostro BENESSERE, coscientemente demolito in vent’anni dai figli dell’ANTIMERITOCRAZIA di REGIME, nella PROMOZIONE dei CONSUMI: non perché funzionale a ridare dignità agli UOMINI, ma solo perché questi sottosviluppati saliti oltre le loro piccole capacità d’intendere, non sanno ascoltare altro che il suono fittizio del DENARO con cui si sono comprati i GIUDA assieme ai quali hanno costruito e tuttora difendono le loro fortune !
E così, la base degli exfasci-comunisti contenti di versare il cervello all’ammasso che vieta loro di pensare, nello stalinismo come fra i seguaci del DUCE poi confluiti nel POPOLO dalla LIBERTÀ ( di credere, ubbidire, combattere per il LEADER deificato dagli inganni ), si ritrova parcheggiato nel PIANETA delle SCIMMIE artificialmente costruito ad hoc, al fine di consentire a Lui di superare la perdita di credibilità conseguente ai disastri economici, etici e deontologici promossi a livello mondiale dalle teorie e dalle interpretazioni dei suoi accoliti.
Mentre, dall’altra parte si ripete per l’ennesima volta esattamente lo stesso suicidio che realizzava Romano PRODI ogni volta in cui il CAVALIERE gli passava il Governo per raggiunto limite di sopportabilità affinchè, da un lato avallasse pubblicamente tutte le Leggi personali imposte dai suoi PARLAMENTI da PORCELLUM, e dall’altra dimostrasse pubblicamente al PAESE che esisteva un’Opposizione capace di Governare ancora peggio di lui !
Tralasciando tutta la COMUNICAZIONE di REGIME più che mai incredibilmente allineata agli interessi di Silvio BERLUSCONI, è mai possibile che non una sola voce riesca a dire agli Italiani che, come tutti dovevano aspettarsi, Enrico LETTA, immeritatamente galleggiante da decenni nelle alte sfere del P.D., e quindi evidentemente tenuto a galla da salvagenti famigliari, rappresenta esattamente la stessa persona Politica che fu Romano PRODI, con parole e musiche sempre e solo totalmente disgiunte dalla realtà, ed incurante nel modo più ottuso di lasciarsi invischiare nel minimo tentativo di raccordare i sogni fine a se stessi con la vita in cui respirano tutti gli altri Cittadini ?
Ovviamente peggiorato se possibile, rispetto a Maestro, dal rinsecchimento da discendenza, imposto dalla mal interpretata importanza conquistata dal WEB !
Che, se ha colpito vecchi di origine confusa come l’ex Comunista Stefano RODOTÀ o l’ex fascista Dario FO disponibili ad approfittare di 5.000 messaggi mediatici per sfruttare la rappresentanza del PIANETA delle SCIMMIE, in Enrico LETTA ha realizzato la sostituzione della MENTE UMANA riducendola da ECONOMICA a CONTABILE.
Pensare che, con la varietà e vastità di elementi di origine naturale che, loro sì, sono in grado di ridare BENESSERE agli UOMINI, quelle carenze possano essere superate con le teorie del CONSUMISMO intollerabile per lo stesso equilibrio del Pianeta, non è insensato, ma ingannevole e quindi doloso nella sua clamorosa assurdità.
Pierpaolo  Benni

Ha lasciato la sua ITALIA Giulio ANDREOTTI il Personaggio Pubblico più chiacchierato della Seconda REPUBBLICA, e con lui l’ennesimo rimpianto del bel tempo passato, quando quelle chiacchiere non venivano utilizzate per demolire la Civile Convivenza colpendo le Istituzioni, ma aspetti comportamentali individuali che le Istituzioni non riuscivano a perseguire.
Si dice che Giulio ANDREOTTI si è sempre difeso dalle accuse “ NEL PROCESSO “ e non “ DAL PROCESSO “ pur essendo quelle accuse ben più gravi di quelle che oggi sembrano promosse dagli stessi personaggi che ne vengono colpiti proprio per sfruttarle come strumento di denigrazione e delegittimazione del PROCESSO, al fine di vanificarne l’utilizzo in difesa del PAESE per i reati configurabili, quelli di oggi, come “ CRIMINI di PACE “.
Fra le accuse a Giulio ANDREOTTI che vengono utilizzate per fare audience attorno alle trasmissioni dedicate al suo ricordo, il livello dei tempi sceglie il “ caso PECORELLI “; e naturalmente dimentica il “ caso AMBROSOLI “.
È esattamente lo stesso gap che riduce la POLITICA attuale alla miserabile visione odierna che concepisce il rilancio del nostro BENESSERE, coscientemente demolito in vent’anni dai figli dell’ANTIMERITOCRAZIA di REGIME, nella PROMOZIONE dei CONSUMI: non perché funzionale a ridare dignità agli UOMINI, ma solo perché questi sottosviluppati saliti oltre le loro piccole capacità d’intendere, non sanno ascoltare altro che il suono fittizio del DENARO con cui si sono comprati i GIUDA assieme ai quali hanno costruito e tuttora difendono le loro fortune !
E così, la base degli exfasci-comunisti contenti di versare il cervello all’ammasso che vieta loro di pensare, nello stalinismo come fra i seguaci del DUCE poi confluiti nel POPOLO dalla LIBERTÀ ( di credere, ubbidire, combattere per il LEADER deificato dagli inganni ), si ritrova parcheggiato nel PIANETA delle SCIMMIE artificialmente costruito ad hoc, al fine di consentire a Lui di superare la perdita di credibilità conseguente ai disastri economici, etici e deontologici promossi a livello mondiale dalle teorie e dalle interpretazioni dei suoi accoliti.
Mentre, dall’altra parte si ripete per l’ennesima volta esattamente lo stesso suicidio che realizzava Romano PRODI ogni volta in cui il CAVALIERE gli passava il Governo per raggiunto limite di sopportabilità affinchè, da un lato avallasse pubblicamente tutte le Leggi personali imposte dai suoi PARLAMENTI da PORCELLUM, e dall’altra dimostrasse pubblicamente al PAESE che esisteva un’Opposizione capace di Governare ancora peggio di lui !
Tralasciando tutta la COMUNICAZIONE di REGIME più che mai incredibilmente allineata agli interessi di Silvio BERLUSCONI, è mai possibile che non una sola voce riesca a dire agli Italiani che, come tutti dovevano aspettarsi, Enrico LETTA, immeritatamente galleggiante da decenni nelle alte sfere del P.D., e quindi evidentemente tenuto a galla da salvagenti famigliari, rappresenta esattamente la stessa persona Politica che fu Romano PRODI, con parole e musiche sempre e solo totalmente disgiunte dalla realtà, ed incurante nel modo più ottuso di lasciarsi invischiare nel minimo tentativo di raccordare i sogni fine a se stessi con la vita in cui respirano tutti gli altri Cittadini ?
Ovviamente peggiorato se possibile, rispetto a Maestro, dal rinsecchimento da discendenza, imposto dalla mal interpretata importanza conquistata dal WEB !
Che, se ha colpito vecchi di origine confusa come l’ex Comunista Stefano RODOTÀ o l’ex fascista Dario FO disponibili ad approfittare di 5.000 messaggi mediatici per sfruttare la rappresentanza del PIANETA delle SCIMMIE, in Enrico LETTA ha realizzato la sostituzione della MENTE UMANA riducendola da ECONOMICA a CONTABILE.
Pensare che, con la varietà e vastità di elementi di origine naturale che, loro sì, sono in grado di ridare BENESSERE agli UOMINI, quelle carenze possano essere superate con le teorie del CONSUMISMO intollerabile per lo stesso equilibrio del Pianeta, non è insensato, ma ingannevole e quindi doloso nella sua clamorosa assurdità.
Pierpaolo  Benni