1 set 2012

L'ANGELO.... poesie di Arduino Rossi









SPEGNERSI IN NOVEMBRE

Che strano è il morire in un azzurro
giorno di novembre,
quando il sole riempie l'aria
e il freddo vento rigonfia di ebbrezza
le guance e i polmoni.

Che assurdità è la morte in questo giorno di luce,
fra il fragore delle foglie calpestate,
che risuonano nei nudi boschi
dalle molte braccia.
Vasto è l'orizzonte montano,
confinato da bianco colore, mentre
lontano il terrore veleggia.

(8/11/1978)


LA FINE DEL GIORNO

Il cieco uccise il vento.
Brahma morì sui monti della luna.
Temete la vendetta
degli dei, popoli della Terra!
(1978)
IL PIANTO DI ICARO
Gli ippocastani erano
malati e perdevano....
I loculi funebri non amavano
più i fiori; solo gli sciocchi
parlavano.
Gli idolatri gridavano
e avevano volti che le zitelle
vergini hanno nei mesi caldi.
Non si conosceva nessun
scarafaggio volante.
In alto c'era l'ultimo piccione
cadente.
Le case usavano i mattoni
e sbagliavano mestiere le pietre.
Io non credo nella favola del bufalo solitario.

(1978)


SFERE

La libertà è nell'infinita aria
infernale, avvolta da spazi
dalla violacea realtà angosciante.
Le voci di antichi defunti sorgono dalle profonde
viscere della Terra madre: sono gli antenati
ed erano di un'era la cui
dimensione cadeva entro l'umano destino.

Il glorioso eroe cavalcava fra la fluorescente
nebbia della speranza,
con l'aspetto di colui che non conoscerà
mai il sapore dell'arida polvere.
I cristalli, perfetti e gelidi,
sono immersi in un'immobile atmosfera
dallo splendore agghiacciante.
I vermi dannati strisciano come
uomini che si dicono felici e generano
il sangue con cui si nutrono
gli dei nel loro perfetto Olimpo.
....sfere dalla purissima trasparenza.

Eppure l'antico cavaliere percorre
i cieli ormai scordati, fra
mille ornamenti di luce e infiniti spazi, abitati
dai venti che disperdono semi generatori
di vita.

(1978)


SILVIA

Dolce sapore di donna,
dolce fumo bianco.
Profumata come il più profondo degli spazi,
chiarore che si confonde con la neve.

Amata tra il verde, luce di campo
dai mille bagliori.

Pudore non più di ragazza e vero aroma,
come quello della pelle più rosea.

(6/3/1979)


L'ANGELO

La luce cercò di penetrare la notte,
ma le tenebre si ribellarono.
Vidi il mio cadavere danzare
in una terra sconosciuta,
mentre i defunti spandevano
inni dal sapore che ha
il vino più caldo, nelle notti d'autunno.
Le fuggiasche lepri vivevano accanto
ai mostri sanguinari.

L'angelo venne sottratto dal buio
alla luce del tramonto perenne.
Canto le note più sincere della mia verde alba.

(29/9/1979)


FOLLIA

Pazzia tu mi penetri come la morte
penetra la vita: sei
l'orrore delle menti.
Sei il vento che profetizza la tempesta
nelle nude notti di terrore.
Sei il Demone nato nei giorni allucinati
da voci profonde.

Sei l'ultimo premio per coloro che
cercano la vita nelle viscere
dell'inferno.

(13/5/1979)


PRIMAVERA

Il colore delle ragazze è come quello
dei boschi quando la primavera è ancora
giovane.
Non è tanto il sole che brucia sul volto,
ma il freddo vento.

La neve illumina i punti più scuri
e i fiori nascono fra le ombre.
La paura ha il profumo del muschio
nascosto sotto le foglie morte.

Un chiaro cielo vuoto copre
una terra popolata da sogni.

(1980)


LANGUORE

Lanciò il sasso, non so dove.
Io lanciai il sasso contro la
luna....
Il cane guaiva e il barattolo
di latta colpì, non tutto fu
vinto.

L'erba era viva, i vetri vennero rotti.
Sotto i sassi non c'era spazio
per il sole dell'alba.
Io ero sulla collina e attendevo.

(1980)