1 set 2012

Musica ... poesie di Arduino Rossi










Musica

Il sole nero
calava nel fosco cielo del tramonto,
emanando musica triste.
Danza dolce spettro
hai visto il mio cuore spaccarsi,
per colpa tua la vita è malinconica.
Canta verde morte!

(30/6/1977)

Morbide vesti

Notabili coperti da bianchi veli
vanno lungo la terra del crepuscolo:
idioti senza luce con occhi bendati da vaste fasce.
Bonaccia di piombo,
alberi scheletrici sollevano
grandi rami contro cieli
infernali,
fumi dal sapore di cenere.

Morbide vesti sopra il marcio
di putride carni,
boia dai lunghi capelli bianchi.
......antichi mostri
rinati dal sangue degli eroi.

(18/10/1977)


L'avanzata

Era brulicante di vermi, assetati
dei suoi chiari occhi senza luce;
il latte nero colava dalle ultime verdi colline....
sapore di morte;
lamenti di corpi senza tomba.
Marciavano i cani dai volti bianchi, eretti nella loro
disumanità, belli nelle loro tremende divise.
Rosee carni si spolpavano sotto tacchi luccicanti,
bianche ossa.

Ultimi bagliori di una notte senza alba, i muri
erano sporchi e non esisteva più la verità.
Dolci fantasmi del passato seppellite i nostri
cadaveri.

(21/8/1977)


Lamento

Come si può descrivere il sapore
della cenere
nel tragico buio
della paura?
Come si può gioire per la nuova primavera
quando già un nero
inverno è alle porte?

Come si può gridare il lamento
di coloro che nulla hanno
da perdere? Il fuoco
brucia dentro, asciugando le lacrime.
No! Io non voglio più piangere
per i morti!
Vita! Sei un fiume impetuoso
che precipiti verso il mare,
senza la pace
del silenzio.

Il sangue scorre fra quei vuoti
che un tempo
furono le strade,
mentre si odono i cori:
inni di eunuchi usciti dalle loro tane
durante i periodi di tregua nella tempesta.
Parlavo nella buia stanza,
ma il vento mi restituì la voce.

(6/3/1978)

Inferno

Mi svegliai tra punte rocciose,
fosca fu la paura nel freddo
sonno della sconfitta.
Vidi il vento spegnere
lo sporco grigiore
della nebbia e le immagini del passato.
Non ricordo il terrore di quella profonda
valle diabolica,
ma fu una mitica memoria senza origine,
il cui caldo sapore non avevo mai provato.

(18/4/1978)

Farsi sera in un camposanto abbandonato di montagna.

Fratello perché piangi ancora?
Le acque delle sorgenti ricominciano a dissetare
e non c'è tomba dove l'erba non cresca.
Dimentica i giorni della fine!
Troppo sangue non si può cancellare
in una notte, ma i fantasmi vegliano
tra croci e ortiche.

Sono serene ombre immobili, luci di stupore,
profondità di un tiepido eterno passato.
Il vento ridona ciò che credevamo morto
e infiniti spazi non più vuoti.
Lascia che la vita rinasca.

Fratello! Assapora il silenzio della placida luna
e il caldo di una sera nella nuova estate. 

(19/5/1978)

Inno

Andremo a cantare nel vento la nostra storia,
quando il mondo non ci sosterrà più
con viva voce di libertà.
Racconteremo ai giovani
che la vittoria la godemmo
nella disperata fine.

Avremo sabbia grigia
tra le nostre ceneri,
dove il rosso liquore
dal sapore della vita irrigò,
per generare nuova primavera.

Troppo calore brucia, ma lieve
brezza rinfresca.
Continueremo a cantare nel vento
la gioia per coloro che
vorranno capire.

(8/6/1978)