MILLE
VERSI
- DIVENIRE
I
passi
della
tempesta
ci
avvolgono
di
odio,
ma
ciò che
rimane
del
libeccio
viene
tracciato
con
linee
diritte
e
infinite
verso
l'orizzonte
fiammeggiante,
là,
dove
il
sole muore
e
precipita
in
quel mare
tenebroso,
immenso,
di
patimenti
di
lutti.
- LIBAGIONE
Sembianze
giovani
di
cadaveri
e
di sapori
gioviali
si
mischiano
in
un vino
per
colui
che
si nutre
di
speme
e
di gioventù.
- SIBILO ASTRALE
Zittite,
se
avete
onore
tacete!
Se
comprendete
il
lessico
e
la dignità,
soffocate
per sempre
i
vostri borbottii
e
le lagne!
Chi
ha il coraggio
di
scontrarsi
con
l'immensità?
- MUGUGNO
Io?
No!
Sto
nel
mio angolo,
minuto,
e
aspetto
le
prime bare,
i
dolori
dei
vinti
e
dei vincitori.
Raccoglieremo
i
nostri
frutti
amorosi
e
li daremo,
in
offerta,
sull'altare
di
marmo
purpureo,
di
alabastro
lucido,
di
porfido
rosato.
- SILENZIO
Siamo
con te,
Signore
degli
eserciti,
degli
astri,
del
gran carro
infuocato,
che
attraversa
il
firmamento nelle nottate
malinconiche,
prima
delle aurore
piccole,
quando
il cielo
è
blu terso
e
ricorda
la
carta
dei
presepi.
- ANCESTRALE
Gli
umani
erano
crudeli,
torbidi,
sanguinari
come
tanti
mercenari.
Chi
pugna
decede,
chi
lotta
paga,
chi
patisce
versa
il
suo sangue
per
la terra
e
chi dà
la
sua vita
ne
avrà
in
cambio
mille
e
mille ancora.
- SERA
Poi
le foglie
si
dissolvono
nell'alito
serale
e
gli anni
scintillano
come
pietre
al
sole, pietre preziose,
là,
sul monte
roccioso,
tra
cime
e
precipizi,
tra
odori
e
angustie,
tra
sentimenti
disseminati
nel
soffio
divino.
- FEDELTA'
Raccogliemmo
ciò
che restava
e
lo buttammo
nella
voragine;
Dio
è con noi,
si
combatte
per
Lui,
si
prega,
ma
non si crede
nel
Cosmo,
negli
astri
affumicati
da
secoli
e
secoli
di
menzogne, di verità
palesi.
- RICORDO
Si
riunirono
fiacchi
sacerdoti,
ingrigiti
sotto
abiti talari,
neri
come la dannazione,
in
quel nero seppia
che
le tenebre
conoscono
bene
e
se ne impossessano
tutte
le volte
che
la campana
suona
a mezzanotte.
Gli
spettri
e
le fate
si
sposano,
lassù,
sul campanile,
e
danzano
le
danze
antiche,
novelle,
dei
Signori
della
brezza.
- MALINCONIA
Là,
il campanile
luccica
e
la statua
del
Santo Patrono
benedice
i passeri,
le
colombe
e
le rondini
mogie.
Il
verso
del
gatto innamorato
è
languido
come
il pianto
di
mia figlia
assonnata.
- SCORRERE
Triste
sei
tu,
bufera,
che
mi rammenti
le
sere autunnali,
la
neve, là,
sui
monti,
il
cadere
delle
foglie
e
il precipitare
a
valle dei torrenti
in
piena,
che
trascinano
sassi
e memorie.
- SUSSURRI
Malinconica
sei
tu,
montagna
con
i tuoi tronchi
strappati
dalla
tua carne.
Maledetta
sei tu,
esistenza
quotidiana,
distruttrice
di
ogni oggetto
vero,
di
ogni vitalità
e
di ogni speranza
infantile.
- CONTEMPORANEITA'
Ora
siamo
tutti
eguali,
come
questa città
che
si spande
come
un tumore
e
assale
ciò
che rimane
dell'aroma
delle
sere estive,
dei
flutti
del
tempo.
- RIMORSO
I
miei occhi
non
sanno
più
che farne
dei
cimeli
sopra
i miei pensieri,
non
rimane
che
un momento
debole.
Dio
è sempre
con
noi pubblicani
e
con noi figli
suoi,
un
po' lassi
e
addormentati,
assisi
su
troni
di
paglia e zolfo,
pronti
a infiammarsi
come
le solfatare
siciliane,
quando
bruciano
e
diffondono
l'odore
giallo.
- FUMO
C'è
un gemito
lieve
dentro
la
montagna,
che
scoppietta
per
il fuoco
perenne
che
si rinnova:
il
suo puzzo
invade
e
annichilisce
ogni
cosa.
- AVVENIRE
Così
sarà
per
le nostre
città
e
per i nostri
sogni
inutili
quando
vacui
e
sciocchi;
così
sarà
per
voi,
costruttori
di
vanità.
Sapete
che
il deserto
sarà
su tutto?
17
STENTI
La
morte
nascerà
festosa,
come
la tempesta
di
mare,
e
le lacrime
di
brina
non
bagneranno
i
campi.
Questo
è il futuro
dell'uomo,
quando
sarà
solo
un povero
pastore
scappato
tra
creste,
dirupi,
e
strapperà
le
stretto
necessario
per
campare.
- ESTINZIONE
Le
stelle
precipiteranno
e
le favole
si
vincoleranno
ai
velieri
cosmici.
Tutto
sarà
nuovo
e
gli astri
continueranno
a
cadere.
- LO ZOLFO
Brucia
nel
cielo
con
il fosforo
e
il sodio
dando
origine
all'incendio
immane
dell'Universo.
- SPEME
Beati
voi
che
credete
ancora
in
un mondo
che
non ha
speranze,
che
non sa
bramare
un
pizzico
di
sole,
di
aromi
d'oriente.
Alziamo
canti
e
incenso
sull'altare
di
Dio,
perché
Lui
ascolti
le
nostre
orazioni.
- SMARRIMENTO
Pietà
per noi,
per
coloro
che
ci hanno
dato
fede.
La
mia stirpe
si
è estinta:
è
l'ora
della
bora
e
del turbine;
muoiono
i
vecchi
e
rimangono
i
figli di Satana.
- MILITARE
Soldati
siete voi
che
lottate
contro
l'aria;
i
sogni
e
gli uccelli
si
sono levati,
ma
si dissolvono in volo.
Io
non credo
in
questo sole,
novello,
brioso
e
vetusto,
o
in quest'alba
profumata
e
in questi
riflessi
astrali,
che
si sciolgono
tra
le stelle.
- SCORRERE
I
pianeti
ci
cingono
in
una morsa
mortale
e
i loro giochi
zodiacali
ci
impongono
i
ritmi
e
le perversioni
astrologiche.
- ESISTERE
Ci
si lagna, si salta, ci si batte; l'azzardo
è
antiquato
come
il milite
di
prima linea
che
agonizza
per
una patria
non
sua,
perché
il paese
non
è mai suo.
- CONFLITTO
Siamo
un esercito
penetrato
in
una terra
nemica
per
sradicare
alberi
e
fiori,
uccidere
uccelli
tinti,
mille
e mille
colibrì,
mille fiori
della
notte.
- FATO
Le
cicale
cantano
alla
luna
e
ai pianeti,
che
si scontrano
per
generare
scintille
mentali.
Le
chiamano
lacrime
di stelle,
ma
sono petali
del
Cosmo
gigantesco,
perpetuo.
- SUD
Calano
i raggi
sui
nostri
capi
ignavi
e
daranno
risultati
enormi.
Braccianti
sudati
sotto
un
sole
arrugginito
strappano
dai
campi
sterili
polvere
e
il necessario
per
campare,
per
nutrire
le
magre braccia
di
una generazione
eterna.
- SCORAMENTO
Siamo
colpevoli
solodi
esistere,
scongiuriamo
coloro
che
nulla
hanno
da
perdere, avendo già
perso
l'anima
e
il cuore
di
cristallo
e
gli occhi
sanguinari.
- SENTENZA
Siamo
trattati
come
ladri,
assassini;
ci
muoviamo,
un
po' fiacchi;
ci
addormentiamo,
poi
cogliamo
le
erbe mediche
e
le pigiamo
in
crogioli
dorati,
per
estrarre
odori
e liquori
da
versare
su
gli altari
degli
idolatri,
per
divenire
un
po' appassiti.
29)
VENERABILE
Il
lagnarsi
è
vetusto
quanto
il
lottare
del
guerriero
isolato,
scordato
dai
ragazzi
d'oggi,
dagli
anziani,
perennemente
in
guerra: è
sempre
vinto,
ma
mai datosi
per
perduto.
30)
STATO SALIENTE
La
verità
non
è di questo
mondo,
la
giustizia neppure, eppure vogliamo
cogliere
sempre
i
frutti acerbi
e
siamo disposti
a
venderci
l'anima
per
un ciclamino,
per
una frazione
di
sole,
per
una goccia
di
rugiada.
FINE
Arduino Rossi