Berlusconi
non stacca la spina a Monti e prosegue a giocare con scaltrezza,
perché non poteva perdersi metà del suo partito: ormai non è più
il padrone del Pdl, che si muove per conto suo, sapendo che Silvio
non potrà salvarli dalla disperazione, anzi.
Ormai
lui è imprigionato in questo lento e inesorabile destino: la sua
attività imprenditoriale o cambia o sarà assorbita e ridotta dalla
logica economica vincente, quella delle grandi società
internazionali.