Esiste un popolo … laico, che crede a tutto ciò che gli si racconta, poverino.
Io ho cercato, con i miei figli prima, poi con tutti, di imporre tre domande sempre: dove, come e quando.
Ovvero dove è avvenuto, quando è avvenuto e come è avvenuto.
Quindi cercare luoghi, tempi e fatti, logici e razionali che diano senso a certe affermazioni, in modo da buttare nella spazzatura, da non riciclare, tutto ciò che non ha senso.
La scemenza spesso sposa l’ignoranza e assieme causano più guai di ogni altra cosa: tutti i dittatori sanguinari si sono serviti di luoghi comuni per imporre le proprie bestiali scelte.
Ogni tanto qualche cretino, perché è tale, nega l’esistenza di Gesù storico, con argomentazioni sempre simili e sempre di uguale stupidità.
I testi degli storici romani contemporanei non parlarono di Gesù, il fatto è evidente, non era un personaggio importante, ma solo un profeta di una regione quasi ai margini dell’impero, figlio di un falegname: era uno dei tanti che per loro infastidivano la vita del loro impero, ma non era degno di cronaca, non provocò rivolte, guerre, interventi militari delle loro legioni.
Di lui si parlò solo dopo?
Anche questo è falso, la bibliografia dei vangeli ci portano alla loro stesura, nel 70 AC, per Marco, 80 AC, per Matteo, 90 AC per Luca, 100 AC per Giovanni.
Nei primi tre Vangeli abbiamo parti in comune, infatti si chiamano sinottici, in pratica sono la raccolta di scritti precedenti, chiamati proto vangeli, che a loro volta derivavano da scritti, diciamo… appunti, definiti detti, che erano testi di diverse provenienza, almeno da 7 o 8 se non più provenienze differenti.
Erano tutte frasi che vengono fatte risalire a Gesù.
Quindi, se si conosce la geografia della Palestina e le difficoltà della gente di allora a muoversi si comprende che queste sono testimonianze storiche vere e proprie: costoro apparteneva a comunità che per incontrarsi, raramente, dovevano faticare, pagare i costosi pedaggi, lungo le strade romane, con rischi di briganti e altro.
Questi sparsi testimoni parlavano tutti di questo Gesù, come se fossero qualche centinaio di testimoni che raccontavano di una persona che avevano visto e sentito, magari di persona, lungo tutta la Palestina.
Questa è una prova storica fondamentale, ovvero questi “detti”, trascritti certamente almeno dal 40 dopo Cristo, una decina di anni dopo la sua morte, ma probabilmente già scritti durante la predicazione del Messia, sono diverse voci, geograficamente distanti, poi raccolte nei 3 vangeli sinottici, di persone che scrivevano ciò che Lui aveva detto.
Più prova storica di questa cosa si vuole?
I tre Vangeli sinottici poi furono raggruppati, raccogliendo questi testi, dopo la riconquista romana di Gerusalemme, con la diaspora del popolo ebreo, ovvero la fine dell’autonomia amministrativa ebraica, avvenuta nell’anno 70 AC.
Un figlio di un falegname, per di più dei disprezzati ebrei, che si mette a predicare e a compiere atti, che per loro erano di stregoneria, che viene catturato e condannato alla crocefissione, quanto poteva interessare agli storici romani?
Interessava quanto un ladro di polli oggi che vive in periferia, ai nostri storici.