Io appartengo a quella generazione che a vent'anni sognava
la rivoluzione e ne vado orgoglioso: non rimasi a guardare e cercare di cambiare
questo misero Paese, anche con la lotta.
Fui perseguitato pesantemente, come capitò a molti ragazzi
ribelli di allora, perché il popolo italiano, fatto da pantofolai, odia i
cambiamenti ed è di natura conservatore, alla peggio segue le mode, cercando di
cambiar tutto per non cambiar nulla.
Oggi la condizione dei lavoratori è drammatica, i sindacati
fanno solo chiacchiere, mentre il governo in carica, di centro sinistra, figlio
del vecchio Partito Comunista Italiano, oggi disprezza i lavoratori, i sindacati
non hanno idee e ideali e abbassano sempre i calzoni,… non i loro, ma quelli
dei lavoratori.
Ciò che mi stupisce sta nel fatto che non ci siano movimenti
popolari e di giovani che si ribellino a tutto questo: la rassegnazione e la
codardia trionfano.