14 ago 2022

La sinistra si ricorda dei lavoratori prima delle elezioni?

A parole sono tornati il partito dei lavoratori e non dei fancazzisti professionisti,  come tutti noi vediamo.
Eppure un tempo si definivano il partito dei lavoratori,  le lotte sociali partivano,  così dicevano,  dalle loro sedi.
Il fatto è tutto da discutere,  ma sicuramente il potere trasforma e loro sono diventati una delle tante colonne del potere economico in Italia,  quindi a servizio di faccendieri scaltri,  ma fuori dalla storia.
Il mondo ormai è dominato da due forze di fatto cieche,  il potere finanziario e quello tecnologico,  realtà che non hanno più  vertici veri,  addirittura il dominio statunitense sta cedendo il passo a quello cinese.
Dietro a tutto c'è il profitto che non ha volti umani,  ma solo fondi azionari,  interessi economici e finanziari che si spostano rapidamente da un Paese a un altro,  da un continente a un altro.
Non abbiamo personaggi feroci,  biechi,  che si sfregano le mani, come si immaginava un tempo,  ma semplici risparmiatori,  lavoratori che assicurano i loro guadagni,  andando sino al grande riccone,  noto,  con i soldi in qualche paradiso fiscale.
Oggi difendere i lavoratori dovrebbe essere un obbligo morale,  per imporre uno sviluppo sano all'Italia,  che punisce chi si rifiuta di lavorare e premi chi fatica con impegno.
La sinistra si ricorda della classe lavoratrice solo ora,  prima delle elezioni eppure è  stata lei,  negli ultimi 40 anni circa,  che ha smantellato leggi e situazioni che proteggevano chi veramente si alza ogni mattina per guadagnarsi da vivere.
Il PD è il partito del ceto medio,  di quello classico,  pantofolaio,  che considera disgustoso sporcarsi le mani nel lavorare,  che indossa la giacca e la cravatta anche a luglio,  che certi mestieri,  anche se ben retribuiti,  non li vogliono neppure immaginare,  perché loro sono superiori,  sono dei grandi pataccari e certe cose non sono per loro.
Ecco a voi i diritti dei pederasti,  le lotte per gli islamisti liberi di moltiplicarsi e di sgozzare il prossimo,  ecco a voi la confusione di programmi,  anzi di proposte,  di un partito che è tutto ed è il contrario di tutto,  che lotta per difendere il presente,  anzi il passato già defunto,  di privilegi anacronistici,  per i pochi amici degli amici che temono appunto il lavoro vero,  quello pesante fisicamente, di sempre,  oppure quello che si svolge dietro un computer,  complesso e impegnativo,  dove le smorfie di chi si reputa superiore, perché ha la camicia perfettamente stirata, non contano nulla.