Un tempo si sarebbe detto che non si arrendono neppure di fronte all'evidenza.
Esiste un modo di vivere e pensare che non prende in considerazione il merito, che non è qualcosa di misterioso, da dare ufficialmente, con tanto di titolo di riconoscimento.
È semplicemente il lavoro delle persone oneste che portano a risultati oggettivi, ma in questa realtà ridicola, paradossale italiana, che pare in certi casi essere un avamposto dell'India con le sue caste, resta sempre qualcosa di misterioso.
Tutti sanno che troppi vincitori di concorso, quelli di alto livello e non quelli per lavori semplici ed onesti, sono truccati.
Troppe situazioni professionali paiono assurde, dove a lavorare sono i sudditi, gli schiavi, mentre i nomi importanti, ereditati, restano sempre sull'altare di un prestigio fasullo, taroccato.
Per fare carriera in Italia serve obbedienza e servilismo verso i potere evidenti, o occulti in certi casi.
Abbiamo il signor Prevosto, che conta sempre di meno, la setta massonica, le tessere del sindacato o del partito, quelle giuste naturalmente.
Abbiamo le amicizie e i rapporti di parentela, ma il saper fare è qualcosa che sconvolge molte menti tra noi.
Pare che se uno costruisce qualcosa, ottiene dei risultati evidenti, perché accompagnati da opere, da oggetti di valore, per esempio, sia un essere strano o dietro abbiamo misteriosi stratagemmi, che in modo ridicolo vengono inventati per giustificare tali risultati.
O meglio, quando non si può più cercare spiegazioni sensate, di inganni e imbrogli, si passa alla creazione di tesi ridicole, perché nessuno deve superare i raccomandati professionisti.
In troppi in Italia sono fuggiti all'estero, in troppi lavorano per l'estero e nelle proprie realtà di provincia rimangono emarginati, restano dei perfetti sconosciuti, perché non si sono mai inginocchiati ai poteri clientelari e mafiosi locali.
Questa è l'origine del male italiano, della diaspora delle menti, della fuga dei talenti, la logica clientelare, che sposa la politica sindacale, progressista, frutto delle fusioni di partiti morti tempo fa, ma con il loro branco di favoriti, che hanno mutato idee e ideali, erano cattolici o comunisti e oggi sono tutti per il diritto di andare a fan culo in branco.
Il popolo dei parassiti non sa che sta arrivando la loro ora e dovranno andare tutti a faticare, prima o poi, perché la legge della vita lo impone, per esempio i nobili annoiati, pigri e molli di un tempo hanno cambiato mestiere.
Oggi o lavorano pure loro o fanno i barboni, questo capiterà anche ai trasformisti professionisti della politica, prima o poi dovranno guadagnarsi da vivere o andare a dormire sotto i ponti, ma stiano attenti che dopo la siccità spesso arrivano le alluvioni.