7 ott 2023

Tutti in piazza.

No, ancora questa assurdità delle piazze piene il sabato, di gente che non sa cosa fare e si mette in mostra per sentirsi forte.
I diritti da difendere non dovrebbero essere confusi con i dritti che cercano di conservare i loro privilegi.
Sono il popolo invecchiato che ha avuto tanti vantaggi, a spese dell'Erario, in passato e si riempie la bocca di proclami vetusti, ridicoli, in stile rococò. 
Non sanno di essere fuori dalla storia, di essere risibili, mentre la gente si preoccupa di non essere rapinata dagli zingari sui mezzi pubblici, le ragazze di non essere violentate dopo le ore 20, dai graditi ospiti appena sbarcati. 
Ne conosco diversi di questa razza, altezzosi, incapaci di rispondere in modo sensato a un ragionamento, sprezzanti e sempre con il volto alto, come i vecchi nobili di un tempo. 
Erano quelli che vincevano i concorsi prima di farli, poi nella vita si sono dimostrati sempre scarsi, più che mediocri.
Nel privato avevano sempre qualche vantaggio, facendo il doppio gioco con i padroni, stando, a parole, per i lavoratori, ma nei fatti servivano i peggiori datori di lavoro.
Il loro destino è segnato, ma non vogliono andare a lavorare, come tutti e quindi scendono in piazza.
Chi li finanzia è sempre sospetto.
Non c'è più l'Unione Sovietica, ma abbiamo strani ricchi personaggi che pagano misteriosamente e io temo che il primo pagatore sia sempre illegale.
Quindi, scordandoci i ridondanti discorsi ottocenteschi, delle lotte dei lavoratori, traditi e già venduti per trenta denari e anche meno, non resta che lottare per la costituzione, ma forse qualcuno fa confusione e parla di prostituzione, sì, di meretrici legate al sistema vecchio, fuori dalla storia.
La lotta si fa contro la normativa imposta dalla sinistra, ma ora il governo è di destra.
Perché hanno taciuto sino ad oggi ed improvvisamente alzano la testa?
Perché il popolo della sinistra rischia di dover andare veramente a lavorare e questo fatto loro lo temono come fosse il fuoco dell'inferno.