Provengono da tutto il mondo
e sono stati chiamati attraverso un’organizzazione criminale islamista diffusa
su tutto il pianeta, che costa di più del conflitto in atti in Siria e in Iraq.
Qui ci sono finanziatori che
pagano non milioni, ma miliardi di dollari ed è impossibile che siano solo dei
privati, ma dietro abbiamo Stati, multinazionali e dei gruppi della grande
finanza.
Lo scontro in atto non ha i
confini chiari, nemmeno religiosi, non ha
fini chiarissimi, se non la conservazione di poteri locali e anche mondiali,
religiosi e teocratici, ma anche economici.
Dietro ci sono troppi
interessi che spingono in questa che si spiega solo come una guerra
neocoloniale, combattuta anche da noi, con il terrorismo.