I dazi sono un ritorno indesiderato nella logica neoliberista attuale, con capitali che si spostano alla velocità di un tasto pigiato, così Trump segue la logica vincente attuale, che tende a salvare il lavoro in casa propria, contro i grandi speculatori, che progettano in occidente e producono nei Paesi a basso e bassissimo costo della manodopera.
La guerra dei dazi, delle dogane ci riguarda benissimo e rischiamo di perderla, pur essendo frutto di questo nuovo nazionalismo che risorge, per la difesa delle proprie identità economiche, sociali, culturali.
Il conflitto lo sta aprendo lui, il presidente più assurdo e improponibile di mai, ma è anche uno che sente il mutare della storia e delle nuove condizioni internazionali: speriamo che non apri un periodo di contrasti e di guerre, non solo commerciali, ma anche militari.