I profeti di sventura ci ripropongono le solite sciagure, epidemie, terremoti, maremoti, guerre terrificanti, invasioni barbariche, che già stiamo subendo.
Invece non temo tutto questo, non perché non potranno avvenire, la storia del passato ne è piena, ma non capitarono tutte in una sola generazione.
I nostri avi subivano una guerra, dopo avevano un po' di pace e poi c'era una pestilenza, poi passavano qualche anno tranquillo prima di altre sciagure.
Invece ciò che temo è la perdita della nostra identità come popolo, non esiste più quello spirito, quel coraggio, che ha permesso ai nostri avi di sopravvivere, di vincere e di andare oltre a tutte le sciagure del passato.
Esisteva una cultura popolare, in modo di essere capaci di pensare, di esistere, di provare emozioni con una grande forza interiore, ma oggi è di fatto scomparsa.
Siamo in piena decadenza consumistica, che è la nuova religione vincente, siamo dentro a un mondo futile, vuoto, idiota, che non ha più il pensiero libero e da veri esseri umani, che sapevano cosa significasse vivere e perché si campasse, anche tra i dolori fisici e morali.
Si è persa la dignità, il senso cristiano dell'esistenza, quello autentico e non certi atteggiamenti da bigotti, sostituiti oggi da ridicoli modi snob, di chi crede solo nel dio quattrino, nel feticismo consumistico, adorato pure senza utilità pratica.
Sì, basterà una sola sciagura del passato, una guerra su tutto il territorio nazionale, una vera e grande pestilenza, con milioni di morti, per veder crollare il nulla contemporaneo.
Solo se ritroveremo il senso e la gioia di vivere dei nostri nonni saremo salvi oppure saremo spazzati via come foglie morte in autunno.