Io non ho mai amata la stampa, ho conosciuto qualche ambiente e quasi sempre, tranne per l'esperienza sui periodici online, mi sono trovato molto male: essere se stessi, una mia necessità fisica e psicologica, non è possibile.
L'onestà intellettuale, che per me è una necessità morale, non esiste da loro.
Il servilismo di costoro è evidente, poi le balle sono non eclatanti, come e bufale in rete oggi, ma sono doppie e negano l'evidenza saltando passaggi logici con un sorriso da venditore di biancheria intima.... bucata.
Vedete un po' voi, ma io non credo nella stampa, il direttore ha un editore che ha i suoi... interessi.
La verità dove la mettiamo?