30 ott 2018

1976, in ricordo di un movimento assassinato vigliaccamente - ARDUINO ROSSI

Jean-Paul-Charles Sartre scrisse nel suo romanzo LA NAUSEA: "I comunisti sono colpevoli perché hanno torto nella loro maniera d'aver ragione, e ci rendono colpevoli, perché hanno ragione nella loro maniera d'aver torto". 
Io la frase la semplifico e riduco in “avevamo torto nella nostra maniera d'aver ragione e avevamo ragione nella nostra maniera d'avere torto". 
Di cosa parlo?
Delle rivolte giovanili degli anni Settanta, anche dello scivolamento dentro la fase violenta del movimento di allora: eravamo il primo movimento rivoluzionario italiano, qualcosa che questo grigio e conservatore Paese non aveva mai conosciuto.
Spaventammo sia i benpensanti che la gente semplice, fummo massacrati senza pietà.
Lo schifo che provo ancora verso questo Paese è immenso: è cattolico, ma non cristiano, piccolo borghese e mediocre, tollerante e fascista, ambiguo ed estremista, quando fa comodo.
Oggi so che avevamo ragione, ma in modo sbagliato, qualcuno si perse con la violenza, detta lotta armata, altri si vendettero al sistema, altri si nascosero e tacquero, perché alzare la testa era pericoloso: ci fecero provare disoccupazione, miseria e lutto, ma non hanno ancora pagato, questi schifosi di sbirri, socialdemocratici e sinistri individui a servizio di interessi capitalistici, criminali, mafiosi.
La sinistra divenne una succursale della grande finanza speculativa, i padroni furono ben serviti dai sindacati.
Sì, sbagliammo nel nostro modo di avere ragione, ma la storia e l’intelligenza ci riscoprirà come movimento coraggioso e intelligente.