È bastato che un poliziotto sparasse a un ragazzo di 17 anni, forse pure per evitare di essere investito, che le bande di disperati, senza futuro delle periferie, discendenti di immigrati africani e islamici in genere, provocassero l'inferno.
Hanno iniziato ad aggredire poliziotti, a distruggere negozi, con i relativi saccheggi e a bruciare automobili.
Sì, dicono in segno di protesta, ma non si capisce che cosa ha a che vedere tutto questo con la morte del diciassettenne, che dovrà essere chiarita solo in tribunale, ovvero se il poliziotto ha ucciso senza motivo oppure si è difeso.
In Svezia un iracheno, immigrato, ha bruciato una copia del corano e le violenze di mezzo mondo sono esplose, in nome di un certo Signore di nome Allah.
Ancora una volta le periferie degradate svedesi sono in pugno a costoro ed è pure l'esempio di una società che premia l'integrazione e il merito.
Dall'asilo nido sino all'università si frequenta senza pagare un centesimo, compreso le mense scolastiche e dimostra che non siamo noi classisti e razzisti, ma sono loro che non possono, non vogliono, non riescono ad integrarsi.
Noi invece abbiamo una misera sinistra sinistrata, degradata che soffre di buonismo demenziale e non risponde alle domande, o non è in grado di rispondere, su ciò che avviene in Svezia e in Francia, sino a ieri esempio di integrazione riuscita.
Avremo anche noi le nostre violenze in strada, i saccheggi e il terrorismo islamico che ci colpirà, ma dietro al nulla di scelte sciagurate abbiamo il costo del lavoro che cala sempre, specialmente quello in nero, che trionfa sempre.
È qui il motivo principale dell'accoglienza, più disperati arrivano e meno si pagano certi mestieri marginali, ma ci stiamo preparando a un futuro di violenze e di repressioni disumane.
A pagare sono e saranno i più deboli, non mi stanco di ripeterlo, non sono i pennivendoli della stampa detta democratica, i cardinali altezzosi, i politici con scorta, ma sono le ragazze sole, che vanno a scuola, atto blasfemo per gli islamisti.
Pagano gli studenti che scendono dal bus in stazioni periferiche degradate, aggrediti da bande di balordi che attendono la cittadinanza italiano e intanto passano il tempo rapinando coetanei.