Ci sono dei conflitti che restano dormienti per decenni, poi esplodono, come quello dei Balcani, che per ora si è addormentato, ma prima o poi la Russia di Putin si spingerà sino lì, riaprendo i balli.
La Turchia invece è un Paese nato dalla retorica dei giovani turchi, ufficiali laici e anti islamici, che presero il potere dopo la Prima Guerra Mondiale: si inventarono una nazione ad immagine e somiglianza di quelle nazionaliste europee, ma in una terra islamica.
Oggi il collante, sempre precario, del nazionalismo, si sta scollando ed ecco a voi il ritorno dell'islam, con il Sultano Erdogan, che vuole tagliare le teste a chi non la pensa come lui.
La plebe turca gli batte le mani, mentre la metà del Paese gli è contro, gli equilibri internazionali sono complessi: ha dalla sua l'Ue, ma con riserva, la Russia e l'Iran sono alleati temporanei, mentre gli Usa di Trump e l'Arabia Saudita paiono contrastarlo.
Basterà poco per creare un conflitto interno, con i curdi e le minoranze che si alleano con ciò che resta della laicità turca.
Io dico che questa guerra è solo congelata.