8 gen 2021

Diritto di parola o guerra civile.

Esprimere opinioni, anche critiche, magari sensate e motivate, è uno dei diritti umani più importanti, che la politica cerca di censurare con argomentazioni spesso assurde, ridicole.
Dietro la censura c'è sempre un potere corrotto, autoritario, in mano a personaggi deboli culturalmente, spesso rozzi e stupidi.
Se qualcuno mi impedisce di esprimere il mio parere direttamente, lo farò indirettamente, con tutte le altre forme artistiche e culturali esistenti.
Da sempre l'intelligenza schietta, senza ipocrisie, è la nemica dei poteri assolutisti, laici o religiosi, atei o teocratici.
Non solo i tiranni, spesso malati mentali posti a guida di popoli bastonati e rassegnati, per servire interessi economici interni o esterni, odiano i liberi pensatori, ma anche le democrazie, o presunte tali, pongono dei limiti pretestuosi, che solo i buoi ubbidienti considerano validi.
Oggi abbiamo gli islamisti che fanno ciò che vogliono, giustificati dai soliti socialisti europei e affini,  come distruggere croci e altari, picchiare professori e studenti laici, violentare donne e ragazzine.
Minacciano di morte chiunque esprime critiche, motivate, contro la loro religione.
È ovvio che prima o poi nascerà una resistenza politica e culturale, sociale contro costoro, ma non escludo pure armata.
Nessuno subisce certe violenze senza reagire e la reazione sarà, prima o poi, durissima, in questa epoca dove la guerra sarà fatta con l'intelligenza artificiale.
Se lo Stato, anzi, gli Stati europei e non solo europei, non sapranno mettere un limite a costoro, con le loro spavalde arroganze, la loro brutalità insensata, qualcuno lo farà per i pubblici funzionari negligenti, i politici latitanti e spesso pure complici.