La storia della strana naufraga, soccorsa dalla ONG in servizio nelle acque territoriali del Libano, lascia sconcertati per come è stata trattata: chi osserva stranezze viene accusato di odio razziale.
Gli scemi che si bevono tutto invece come possono essere definiti?
Tutti sappiamo che la principale priorità di una persona, rimasta due giorni nell'acqua di mare, a temperature altissime, in pieno luglio, non è quella di bere acqua potabile, curarsi la pelle e l'organismo contro gli effetti della salsedine, poi di acqua marina ne avrà bevuta tanta: la prima necessità di costei è….di farsi dipingere le unghie, per ….rilassarsi.
Tutti lo sappiamo e loro lo affermano…. senza pudore: si sa che i giornalisti sono pagati per scrivere e non scriverebbero mai per hobby, ma la spudoratezza ha dei limiti.
I dubbi per questa priorità di una donna naufraga sono illegittimi?
I papisti dell'Avvenire, giornale super pagato dai nostri contributi pubblici, con tanti altri, urlano allo scandalo e parlano di…odio contro la povera…naufraga.
La vicenda della ragazza in salamoia, nelle acque libiche, puzza, puzza tanto, come i nostri pennivendoli e le ONG, non solo per la questione dello smalto sulle unghie, ma per le troppe domande che non trovano risposta, tranne per coloro che credono nei dogmi di fede e politici.
Ci credono tutti cretini?
Per chi ci hanno preso?
Non siamo tutti degli elettori del PD.