La cultura dello sfruttamento, senza remore e bestiale, dei lavoratori, è ferma all’Ottocento e non genera sviluppo, ma sottosviluppo nero, miseria e degrado sociale, che porta all’emarginazione e alla criminalità successivamente intere popolazioni.
Serve una nuova visione del lavoro, dove il lavoratore può mantenersi e mantenere pure i figli, in modo che possano studiare e specializzarsi.
Puntare alla qualità del lavora comporta inevitabilmente una nuova politica sociale, che premi i lavoratori: il lavoro sotto pagato è sempre di pessima qualità, mentre il lavoro per le nuove e nuovissime tecnologie deve essere di altissimo valore e quindi premiato, stimolato: se i nostri imprenditori non capiscono questo vadano in un’altra realtà a fare impresa, dove ancora vale la logica del minor salario per vincere la concorrenza, almeno per ora, poi, in futuro, finirà anche lì.