22 mag 2019

Essere cattolici o cristiani? – ARDUINO ROSSI

Io non credo nell’importanza dei dogmi di fede e nelle scomuniche, nessuno può scacciare un altro cristiano, se questo si comporta da cristiano: per me la chiesa non è un’istituzione, ma bensì una realtà che va oltre le nostre miserie e le nostre miopie.
I cristiani sono tutti coloro che fanno la volontà del padre, ovvero cercano la verità e sono caricateveli, vivono nella semplicità, senza lussi e danno tutto ciò che non seve per campare al prossimo, tempo e denaro.
Tutto ciò che fanno, dal lavoro al tempo libero è verso il prossimo, tutto serve per un atteggiamento positivo, verso la vita e il mondo.
Quindi non sarà una virgola interpretata male, nei Vangeli, una versione in più o in meno nello studio cervellotico delle teorie teologiche che provocano la maledizione divina.
Invece proprio l’atteggiamento farisaico, ipocrita, doppio, l’ambiguità della parola, con doppi significati, a uso personale allontana dalla verità.
Quindi uno può essere cattolico, ortodosso e protestante, oppure cristiano puro e semplice, senza confessioni, ma ciò che conta è essere seguace della sua parola, quella di Cristo, perché solo lui conosce i suoi e non gli alti prelati.
L’importante è servire la verità, denunciare il male e il marcio, anche se l’iniquità indossa l’abito talare, oppure urla da qualche pulpito pseudo verità, fasulle e farisaiche.
Essere cristiani significa sentirsi nudi di fronte alla durezza della vita, alle fatiche quotidiane, significa cercare sempre il bene e le scelte corrette, generose, ma doverose in ogni situazione, senza coprirsi di ipocrisie, di ricchezze inutili e pesanti, senza guadagnare dalla posizione di…. fedele, ma solo donando e nulla più.
Diciamo che i raccomandati dal parroco e i lecchini fedelissimi, che ottengono vantaggi, non possono essere considerati cristiani, mentre chi paga, in tutti i sensi, per la sua fede, ovvero subisce ingiustizie e soprusi perché dona e cerca la verità, è un cristiano.
Le scomuniche invece ricadono sempre su chi le manda.