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Un vero cristiano lavora e non si fa mantenere, si mantiene se stesso e tutta la famiglia, poi ciò che non serve per vivere va ai poveri, ma non per creare fannulloni: per creare identiche condizioni pure per loro, perché chi non lavora non mangi neppure.
Un vero cristiano lavora e non si fa mantenere, si mantiene se stesso e tutta la famiglia, poi ciò che non serve per vivere va ai poveri, ma non per creare fannulloni: per creare identiche condizioni pure per loro, perché chi non lavora non mangi neppure.
Questa logica, che si rapporta con la fatica quotidiana e con la ricchezza è scritto nelle lettere di San Paolo, ma è pure una logica conseguenza del messaggio di Cristo: il centro del discorso cristiano è l’amore, ovvero la carità, che non è sdolcinatura e smorfie.
Quindi amare il prossimo come noi stessi comporta non avere al centro delle nostre esistenze la ricchezza, ma il lavoro, anche il guadagno, da versare e reinvestire, non per i nostri vantaggi personali,dopo aver soddisfatti i nostri bisogni primari, con quelli dei nostri cari.
Peccato che i preti, i pastori, i pope si scordino spesso di questa verità cristiana: già è faticoso perdonare ai nostri nemici e a chi ci perseguita.
Invece qualcuno non vuol disturbare la tranquillità dei ricchi e ricconi, con vizi e sprechi, sperperi per soddisfazioni personali e nulla più.
Tutto questo è in contrasto insanabile con il messaggio di Gesù, si scontra, senza possibilità di compromessi.
Peccato che in troppi non lo….. sanno: preferiscono ospitare i miseri della terra per pulire i cessi, nei campi, da sotto sfruttati, ma dividere o invitare a dividere il frutto delle proprie ricchezze proprio non ci pensano, si scordano dei Vangeli e della carità di …..Dio e della loro.