12 ago 2020

Italiani che emigravano e i guai combinati, in confronto con l'immigrazione attuale.

La storia la conosco bene, l'emigrazione della seconda metà dell'Ottocento, sino agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, era ben diversa da questa.
Circa 60 milioni di italiani vivono fuori dall'Italia, ma i danni erano da parte di pochi, pochissimi, mentre lo sfruttamento fu tanto, quello subito.
In quel tempo servivano braccia per le miniere, anche per i campi, ma soprattutto per l'industria, che si stava sviluppando in alcuni Paesi in particolare. 
Era un mondo diversissimo da quello di oggi e l'automatizzazione, ma soprattutto l'intelligenza Artificiale attuale, che stanno rubando lavoro a centinaia e centinaia di milioni di persone in tutto il pianeta, non esistevano. 
Oggi, in Italia, stiamo vivendo un crollo demografico, perché a quei tempi i figli andavano a lavorare a 5, 6 anni, nell'Ottocento, poi a 10 anni, nei primi decenni del Novecento, negli anni Sessanta del secolo scorso a 14 anni ed oggi quasi a trent'anni,...... forse.
Quindi un figlio costa oggi come un tempo 7, 8, 9 figli, perché bisogna farli giustamente studiare, per vederli, se tutto va bene, sistemati dopo i trent'anni.
Questo è il dramma nazionale, che sta tutto nella carenza di lavoro, così si vuole far arrivare altra gente, per peggiorare la situazione, tagliare soldi alle famiglie italiane.
Il discorso che pure noi siamo stati emigranti nasconde ignoranza o cattiva fede, infatti le situazioni storiche e reali sono diversissime, gli italiani all'estero si sono perfettamente integrati negli Stati Uniti, in Australia, in Argentina, oggi emigrano solo laureati, o quasi, mentre importiamo solo manovali e disperati, spacciatori, prostitute e papponi.
Sì, il confronto non regge ed è assurdo e ridicolo.