Io da anni credo che la miseria sia figlia di sotto culture, fuori dalla storia, non dal fatto che si è nati in un luogo o in un altro del pianeta.
Certamente questo fatto segna la differenza tra le persone, ma solo perché ti porta ad appartenere o meno a una data realtà culturale.
Se io fossi nato nella miseria di una megalopoli, ma riuscissi a utilizzare internet, nel quartiere più degradato del sud del mondo, per studiare ed apprendere cultura scientifica, con razionalità occidentale, il gioco vincente sarebbe fatto.
Sarei ricercato come tecnico sul mercato del lavoro e tutte le porte sarebbero aperte.
Il colore della pelle o l'origine non sarebbero ostacoli, uscirei dalla miseria e diventerei un uomo di questo millennio.
Se invece mi trasferissi in Occidente senza apprendere il pensiero occidentale, con tolleranza religiosa e culturale, senza superare il fatalismo orientale e islamico, ma diventassi un fanatico chiuso, pronto a sgozzare chi racconta un'innocua barzelletta su Maometto, sarei un miserabile delle periferie degradate, tornerei a vivere nell'ambiente che ho ricreato con i miei confratelli.
La povertà e il sottosviluppo sono figli dell'ignoranza, della mancanza di pensiero libero, di razionalità e si nutrono di odio demenziale, di fanatismo e di irrazionalità.
Il pensiero teocratico genera miseria e sottosviluppo, il terrorismo è la conseguenza logica di queste situazioni fuori dalla storia, appartenenti al medioevo più becero.
Loro ci vogliono simili a loro o morti, dobbiamo noi reagire e proporre un pensiero diverso per loro, o loro verranno emarginati in ghetti, simili a lager, oppure ci sgozzeranno tutti.
Io sono pessimista, molto pessimista.