Ora siamo al ridicolo, un difensore, a parole, dei diritti umani dei migranti, colorato, non sapeva nulla dei crimini di moglie e suocera.
Se difendeva i suoi confratelli doveva almeno controllare in casa.
Invece non vedeva, non sentiva e non parlava, ma ora piange e qualcuno lo protegge.
Le giustificazioni sono degne del peggior avvocato d'ufficio, quelli che danno la colpa alle donne stuprate perché non indossavano il burqa in presenza dei mussulmani, che proteggono gli assassini dicendo che la vittima gli aveva fatto le linguacce.
La principale difesa sta nel fatto che lui non sapeva, non poteva sapere, ma se era un protettore dei migranti perché non ha controllato che tra i loro lavoratori, nelle loro cooperative, ci fossero veri minorenni, tenuti peggio degli animali nelle stalle?
I più ridicoli di tutti sono i giornalisti, che difendono ciò che non si può difendere.
Lo schiavismo è un reato grave e non un sistema per guadagnare tanto, maltrattando della povera gente.
Non siamo negli Emirati Arabi, luogo ideale per l'ex segretario del PD Renzi, che esaltava il sistema sociale dei sultani islamici, con gli schiavi al seguito, secondo lui da imitare in Italia.
Qui invece, questi meschini raccomandati di partito difendono lo schiavismo in casa nostra e portano in parlamento un individuo simile, poi lo difendono pure.
Basta, chi vota PD e affini si nasconda e non si guardi allo specchio, per non restare disgustato.