15 nov 2022

L'immigrazione aumenta il numero dei poveri e il sottosviluppo.

Non so se veramente Hitler avesse detto che "per le masse bastano le emozioni e per pochi serve la ragione" comunque la strategia dei politici è ancora questa.
Oggi in particolare quelli che si definiscono progressisti sfruttano ancora vecchie idee di progresso dell'Ottocento, dei positivisti, che definirono, nei primi del Novecento, Albert  Einstein un ritardato mentale, colpevole di aver sconvolto le loro certezze assolutiste con la Teoria della Relatività.
Così la stampa gioca con i buoni sentimenti, anzi sulle emozioni, di gente che non si fa troppe domande, oppure si impongono banalissime risposte, ripetute con qualche sorriso ebete, di chi si crede intelligente.
Ne propongo alcune: "Nessuno sceglie dove nascere,...... Se tu fossi al loro posto cosa faresti?...... Ci pagano le nostre pensioni......... Abbiamo pochi figli e loro sono contro l'inverno demografico......."
Le risposte sono diverse e un pochino più intelligenti: "Oggi non conta dove nasci, ma cosa sai fare...... Se fossi al loro posto cercherei di studiare e formarmi professionalmente, da loro uno che possiede un po' di capacità professionali vive molto bene.....   Le pensioni si pagano sul reddito e più uno guadagna più contribuisce, i loro salari sono da fame e spesso in nero...... I nuovi nati crescono male tra loro e ingrossano le baby gang, invece in futuro serviranno tecnici capaci ed esperti di nuove tecnologie, ma loro hanno una visione fatalista dell'esistenza e sono i meno adatti al nostro futuro, sono più adatti al ritorno al Medioevo. "
In pratica loro hanno bisogno di scuole e di un'evoluzione culturale, ma la nostra scuola non è in grado di imporla, per diversi motivi, perché non può bastare.
Sarebbe più utile tradurre e diffondere i nostri libri nelle loro lingue, in formato ebook gratuito via internet, perché, mi ripeto, oggi conta ciò che sai fare.
È il pensiero razionale, che rende la gente vincente, mentre il fatalismo degli immigrati porta il sottosviluppo nelle nostre periferie, con miseria e fame, violenza e malattie.
Davanti a queste osservazioni i buonisti progressisti, io li chiamo tardo positivisti, si strappano le vesti, ti insultano dicendo che sei un razzista, confondendo il concetto di razza con quello di etnia culturale.
Ti maledicono, accusandoti di essere un fascista, un reazionario e oscurantista, poi ripropongono i soliti loro dogmi sottoculturali, dove ti considerano un essere inferiore, perché non credi nelle verità assolutista da loro propinate.
Forse non lo sanno, ma sono loro i razzisti e gli anti democratici, ma io non riesco più a parlare a quel punto e non trattengo più le risate.