Sono circa 100 mila e sono lo …scarto umano di una società che di umano non ha più nulla: non sentitevi forti e sicuri, tutti possono finire come loro e le cause sono tante, dalla malattie mentali, a certi vizi che degenerano, anche ad errori pagati cari, con il licenziamento o il carcere.
Spesso però, la mancanza di un sostegno famigliare, fa cadere nell’inferno della strada persone normali, per una difficoltà passeggera famigliare, un brutto esaurimento nervoso.
Tutti costoro sono condannati a morte, perché la vita nella strada porta a una morte precoce, per condizioni igieniche disastrose, per il troppo freddo o il troppo caldo, perché le cure sanitarie non ci sono per loro.
L’unico dato che ho è quello che la vita di un barbone è 20 anni in meno di quella di tutti gli altri, dato per me oltretutto ottimista e in eccesso.
Invece non ho trovato nulla sulla speranza di vita di un senza fissa dimora da quando inizia a vivere sulla strada: io suppongo non più di due o tre anni, che significa, in pratica, che questi disperati sono pure dei condannati a morte, secondo i sacri principi del neoliberismo.
Questi sono dei perdenti e devono essere eliminati…in modo naturale.
Per caso, questa indifferenza di troppi e il disprezzo verso costoro non è anche una forma di neonazismo celato?