Per salvare questo Paese e non trasformarlo in una landa di disperati, in un campo profughi perpetuo, in una discarica dell’Europa, deve fare una rivoluzione culturale: bisogna tornare a premiare il merito e non i favori, gli intrallazzi, gli amichetti vari, i tesserati o i bravi parrocchiani.
Il merito non deve restare un premio per pochi, ma i vantaggi devono ricadere su tutti, comunque deve essere valutato e non bisogna far fuggire all’estero chi vale, tenendoci i figli minchioni dei potenti, o tutto sarà finito per il popolo italiano.