30 mar 2023

I trasformisti della politica oggi mettono la gonnella.

Sono falsi come puttane, così io li ho conosciuti e allora avevano il pugno chiuso, ripetendo, con tanta retorica, discorsi vecchi, filo stalinisti, negli anni Settanta del secolo scorso.
Così entrarono nella politica e si sistemarono, poi si avvicinarono alle posizioni più moderate, io dico più comode della sinistra, verso il Partito Comunista di Berlinguer o i radicali di Marco Pannella.
Amavano il parastato, le carriere facili dove le tessere contavano e valgono ancora, presero in massa quella della CGIL per esempio.
Poi crollò il muro di Berlino, ma fecero festa e divennero tutti democratici, anzi si chiamavano già così anche prima.
Non esisteva ancora il politicamente corretto, ma loro seguivano sempre il partito guida della sinistra, con tutte le sue svolte, senza preoccuparsi delle contraddizioni.
Se poi uno faceva e fa notare tutti questi salti di barricata, queste contraddizioni evidenti, loro sogghignano, con aria di superiorità, rispondendo con una battutina idiota o con una frase con termini desueti, che se poi riesci a decifrarli capisci che erano parole sputate a caso, senza alcun senso.
Oggi seguono sempre il partito della sinistra, anche se è in caduta libera e proseguono nelle battaglie di civiltà, così le chiamano, imitando i Radicali di 40 anni fa anche nei termini, per i diritti dei borseggiatori, per gli spacciatori immigrati, per gli omosessuali.
Un tempo raccontavano barzellette sui froci e si vantavano della loro virilità, oggi si vestono come donne e si presentano come fluidi, rischiando pure l'HIV.
Poverini, quanto costa un posto in comune, o da professorino di ruolo, o da dirigente dell'ente pubblico inutile.
Hanno venduto tutto, non solo la loro dignità, ma anche il loro didietro.