Vedere la tua città disposta quasi “in assetto di guerra” può spaventare, e, con i tempi che corrono,
la paura si impadronisce di te e ti chiedi dove si stia andando a finire; quando però scopri che tutto questo
“apparato” è per prevenire disordini dovuti alla partita disputata nel pomeriggio nel proprio stadio tra due
squadre di calcio “nemiche” per antonomasia, non puoi fare a meno di commentare perché forze di polizia
e tutto ciò che fa contorno, non potrebbero essere più utili per la nostra sicurezza, viste le minacce di
attentati che l’Isis ha inviato all'Italia in questi ultimi tempi.
Margherita Longhi