13 set 2017

Terrorismo islamico, forma di disadattamento sociale - ARDUINO ROSSI

Questa tesi pare giustificarli, ma in realtà sto cercando di capire, per meglio agire su questo fenomeno, che è proprio di importazione e anche interno.
Nonostante la retorica sull’integrazione dei migranti, si deve costatare che questo fenomeno criminale dimostra la grande difficoltà di costoro a pensare, a vivere, a comportarsi come occidentali.
La razionalità, centro del modo di essere occidentale, spesso non è ben compresa o anche accettata da troppi occidentali, che preferiscono le irrazionalità diffuse, dalla scientismo alle superstizioni, che resistono a tutti i livelli, sociali ed economici, pure da noi.
Loro invece non accettano il fatto di essere emarginati, ai limiti della società, dell’economia, mentre noi infedeli, secondo la loro visione religiosa, dovremmo essere dominati da loro: Allah dovrebbe premiarli, perché veri fedeli.
La risposta può essere doppia, o si staccano dalla loro religione, ma comporterebbe staccarsi anche dal pensiero e dal modo di essere islamico, fatto non semplice, oppure prendono le armi e vanno alla guerra contro gli infedeli, vedendo in questo un loro obbligo morale, in modo da meritare il premio divino, in cielo, ma anche in terra, conquistando anche ricchezza, donne e potere.
Per questo motivo che i carcerati, emarginati e delinquenti, senza mezzi culturali per adeguarsi alla realtà europea, per esempio, sono tra i primi ad arruolarsi in questa guerra santa, contro gli infedeli.
Con la lotta armata, con il terrore, sperano di capovolgere la situazione, vivendo il tutto dentro lo spirito fatalista orientale, ovvero come vuole Allah.