Il sistema appare duro e quindi sarebbe giusto, con meno traumi, combattere il lavoro nero e il caporalato: per farlo serve la volontà politica, che non c’è.
Poi basterebbe una tassa sui lavoratori immigrati, da far pagare ai loro padroni, con pene durissime a chi non rispetta tali leggi: i caporali sono da trattare come schiavisti.
Se poi si detassasse in parte il costo del lavoro delle donne con figli piccoli, si otterrebbe un incentivo e contro il disincentivo attuale ad assumere donne con bambini in età infantile, a non licenziare quelle incinte.
Tutto questo porterebbe sviluppo anche tecnologico, perché non è il costo del lavoro la prima causa della nostra crisi, ormai, in molte realtà, vicino a quello del Terzo Mondo, ma la mancanza di capacità ad utilizzare le nuove tecnologie da parte di personaggi che si definiscono imprenditori, ma spesso sono bestie analfabete, o quasi, dure e cattive, con i poveri lavoratori.
Per questo preferiscono i disperati del Sud del mondo, facili da sfruttare e maltrattare.