L’Iraq, a maggioranza sciita, festeggia la conquista della moschea dove fu proclamato la nascita del califfato, ormai distrutta prima dai seguaci dell’Isis.
Intanto il califfo non si vede e non si sente, mentre la sua morte presunta continua ad essere annunciata, ma il problema grave è un altro: Lo Stato Islamico era in pugno a personaggi che amavano ed amano la morte, più della vita.
Ovvero gente che hanno innestato un meccanismo pericoloso, oso dire, di distruzione ed autodistruzione a livello mondiale: costoro ha innestato un meccanismo di odio e di vendette contro vendette che sarà impossibile fermare in tempi brevi e forse si arresterà solo con l’annientamento totale di una delle parti….in conflitto.