11 apr 2021

Facebook e Google, la censura della Santa Inquisizione.

Per secoli l'inquisizione laica e della Santa Inquisizione fu favorita, diciamo così, dalle denunce anonime, che potevano essere inserite in certe buche particolari della posta, adeguate a questo unico uso, dove mani sconosciute potevano inserire lettere senza firma identificativa, che accusavano questo e quelli.
Le denunce anonime, a quanto pare, sono uno strumento ancora usato dalle nostre forze dell'ordine, ma solo per iniziare indagini, poi da verificare successivamente con dati oggettivi.
Invece, nei secoli bui, i denunciati si dividevano subito in due gruppi, quelli nemici del potere o potenzialmente tali e gli amici.
Per gli intoccabili la procedura concludeva subito, con la lettera gettata nel camino, ma per gli altri iniziava il tormento.
Erano arrestati e se non confessavano subito i reati....... gravissimi, ovvero aver criticato il principe e signore al potere, aver idee eretiche contro la religione dominante, oppure aver affari con il Diavolo direttamente, per loro c'erano i tiri di corda, dove uno era stirato bene su un lettino di legno pungente, con argani e ruote.
Se non confessava, dopo atroci dolori, moriva a casa sua o in cella, per le numerose fratture subite durante il trattamento, oppure confessava ciò che volevano i torturatori e finiva squartato sulla pubblica piazza, o bruciato vivo, tra l'entusiasmo della folla.
Per ora Facebook e Google non sono arrivati a questo finale terribile, ma sono solo all'inizio, con le denunce anonime, violando la legge sulla privacy, perché raccolgono dati politici e religiosi sulle persone, inoltre utilizzano vigliaccamente le denunce di individui codardi, che non si mostrano, perché rischierebbero querele per diffamazione e probabilmente in molti casi, pure condanne penali e risarcimenti adeguati.
Questi monopolisti della rete ci stanno riportando veramente nel più tetro Medioevo.