1 lug 2021

Petrodollari, islamismo, potere e evasione fiscale.

Cosa hanno in comune queste faccende?
Il petrolio sta perdendo, lentamente, il suo immenso potere, poi non è più una prerogativa araba, come negli anni Settanta, così la religione che non differenzia il potere politico da quello religioso, la vita privata dalla religione, che entra e domina tutto, rischia di perdere il carburante principale, che lo mantiene al potere.
Parlo appunto dei dollari, così nella penisola arabica e non solo, sono iniziate le grandi manovre per poter superare la fine dell'era del petrolio.
Con l'aiuto della peggiore politica finanziaria mondiale, negli Emirati Arabi, sono sorte tante banche che accolgono soldi sporchi, da riciclare e frutto dell'evasione fiscale, con il bene placido di molte potenze economiche mondiali.
Stranamente in questo caso nessun governo ha pensato di bloccare le attività con questi regni del libero riciclaggio, dove tutto ciò che dà frutto illecito trova rifugio.
È poi interessante notare che l'islam proibisce le attività bancarie, perché forme di usura, ma in questo caso tutto è concesso anche per loro.
Così da queste attività poi partono i finanziamenti agli estremisti islamici che ci danno il terrorismo e i predicatori radicali islamisti in tutto il Mondo, anche da noi.
Quindi trafficanti vari, evasori e governi corrotti sono complici dei crimini islamici sul pianeta, dai cristiani condannati in Pakistan per blasfemia, ai poveri neri sgozzati in nome di Allah.
La fine dell'era del petrolio farà molto rumore ed è giusto denunciare chi favorisce il riciclaggio del denaro sporco in questi regni medioevali, ma tanto utili ai nostri criminali, sia ai mafiosi che a certi politici, io aggiungo con i loro fedeli giornalisti al seguito.