Mi dispiace attaccare i........ poveri giovani di oggi, ma non li capisco.
La mia vita non è stata facile e il lavoro è stato un problema per alcuni anni.
Il mondo di allora era diverso e se ottenevi un posto era per sempre, così le...... teste calde non trovavano, perché indicati dalle solite comari del quartiere, dai vari ruffiani, come cattivi e inaffidabili.
Io ero un........ ribelle e dovetti tacere perché neppure il posto da spazzino riuscii a ottenere.
Avevo un'alternativa, l'estero, come perito, in una ditta che lavorava vicino al confine iracheno, dove la guerriglia curda era attiva.
Pagavano molto bene, ma il lavoro era tanto e non c'erano giorni di riposo.
All'epoca ero più incosciente che coraggioso, ma avevo un problema al passaporto e attesi qualche tempo per risolverlo e non partii più.
Finii in un posto tranquillo per sbaglio e lì vi rimasi, sognando la fuga ogni giorno, la mia anima ribelle non si era mai placata.
Negli anni difficili, prima di finire dietro una grigia scrivania, feci molti lavori e lavoretti, dal manovale per l'edilizia allo scaricatore di cassette di frutta al mercato, al bracciante, all'operaio semplice.
Ero cresciuto con l'idea che il lavoro non disonora e questo principio mi rimase sempre dentro, ma la generazione successiva alla mia mi parve subito diversa, figli unici o quasi, comodi e sprezzanti verso il lavoro che sporca le mani.
Questa generazione di rammolliti, che accetta l'ordine sociale prestabilito, le caste e i privilegi senza borbottare neppure, che disprezza il lavoro e i lavoratori, che si mette lo smalto sulle unghie, come tante fighette di...... alto borgo, mi fa schifo.
Un tempo li avrebbero raddrizzati a calci nel culo, hanno 40 anni e sono ancora a casa di papà e di mammina, che dà ancora la mancetta al ragazzone tardone, ma guai partire e andare a cercare un lavoro, onesto, reale, si sentirebbero disonorati.
I loro padri e i loro nonni hanno fatto il salto di qualità, creando il benessere e loro stanno distruggendo tutto.
Li vedo per le strade, affumicati e pasticcati spesso, talvolta anche con altro, ma pure l'alcool non lo disdegnano.
Ridacchiano e non hanno valori, speranze, non sudano e non lottano, non hanno una fede in qualcosa, forse solo nella squadra di calcio, ma lasciamo perdere.......
Le mamme dicono, poverini, ma forse necessitano qualche calcio in culo, qualche bastonata in più, perché questa è la generazione perduta, post consumismo, vittime della mollezza di esistenze mosce e da idioti.