Caro signore gattopardesco mi hai derubato, non i soldi, ma il mio voto dei mie 20 anni, quando votai il tuo partito, sperando di cambiare qualcosa in questo squallido Paese: erano gli anni Settanta e io votai Democrazia Proletaria, dove tu eri un personaggio della sinistra, che iniziava la sua carriera politica da deputato per la difesa dei proletari.
Io, a quel tempo, sognavo un mondo giusto, equo e libero, senza padroni e ladri, corrotti e ipocriti democristiani.
Poi tutto finì come sappiamo e i democristiani, di tutti gli schieramenti, fecero carriera, a spese nostre, anche.
Tu, Conte Paolo Gentiloni, facesti la lunga marcia verso il potere e alla fine diventasti Presidente del Consiglio, ma per un governo con argomenti, progetti, valori opposti a quelli predicati, proposti, allora da noi: in pratica mi hai ingannato e tu sei uno di quelli che mi hanno derubato.
Non solo il mio voto rivoglio indietro, ma anche i sogni dei miei vent’anni, che personaggi come te, scaltri più del diavolo, hanno cavalcato: le nostre speranze di un futuro migliore, per noi e i nostri figli, sono state trasformate in una presa per il culo.